Che cosa e’ GRUB

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GRUB
In informatica GNU GRUB (acronimo di GNU GRand Unified Bootloader, detto anche GRUB 2 per far riferimento all’ultima versione) è un boot loader del progetto GNU. È usato da diverse distribuzioni GNU/Linux. Ad esempio è usato come gestore di avvio per ambienti dual boot, con ad esempio GNU/Linux e Microsoft Windows o macOS.

Funziona su architetture PC basate su BIOS recenti di tipo UEFI o sulle precedenti IBM-compatibili, sulle PowerPC basate su OpenFirmware (come PowerMac e Pegasos), ma anche su RiscOS/ARM, su UltraSparc e Coreboot (ex LinuxBIOS). Semplice da usare, perché configurabile in maniera automatica o modificando un unico file di configurazione, è corredato da vari programmi ausiliari. Primo fra tutti, l’installatore grub-install, che appunto individua i vari kernel e altri sistemi presenti nella directory radice e negli altri dispositivi di memorizzazione di massa per e genera automaticamente la configurazione.

GRUB utilizza una nomenclatura dei moduli diversa rispetto a quella che è utilizzata in LILO o all’interno di Linux, anche perché non è un bootloader dedicato solo a Linux. GRUB richiede che le unità cui si fa riferimento siano indicate fra parentesi tonde, e deve essere specificato sia il tipo di unità che il numero cardinale progressivo (iniziano a contare dal numero 0 e non 1) ed, eventualmente, la partizione utilizzata.

Qualche esempio chiarirà meglio la situazione: (hd0,1) indica che ci si sta riferendo ad un hard disk (hd), e tra tutti i dischi fissi presenti sul computer, si indica proprio il primo della catena (hd0).

GRUB non fa alcuna differenza tra IDE, SCSI o SATA: tutto dipende dalla catena di riconoscimento del BIOS, che può essere impostata a piacere. In genere, i dischi EIDE hanno la precedenza sui restanti, e vengono identificati con i numeri più bassi.

Il secondo numero dopo la virgola indica la partizione del disco specificato alla quale ci si sta riferendo: le partizioni primarie vengono identificate come 0, 1, 2 e 3 mentre le partizioni logiche iniziano sempre da 4, indipendentemente dal numero di primarie presenti. Nell’esempio, (hd0,1) indica la seconda partizione primaria, mentre (hd0,4) indica la prima partizione logica sempre dello stesso disco. Nel caso ci si stia riferendo ad un disco EIDE, secondo la convenzione Linux, (hd0,1) corrisponde a hda2, mentre (hd0,4) corrisponde a hda5.

Processo di avvio

boot.img has the exact size of 446 Bytes and is written to the MBR (sector 0). core.img is written to the empty sectors between the MBR and the first partition, if available (for legacy reasons the first partition starts at sector 63 instead of sector 1, but this is not mandatory). The /boot/grub-directory can be located on an distinct partition, or on the /-partition.
GRUB è un bootloader a stadi poiché la sua esecuzione è scandita da vari stadi (stage) di avvio, ognuno dei quali è rappresentato da un file:
– due stage essenziali (file stage1 e stage2)
– vari stage opzionali (indicati con i files che contengono nel proprio nome stage1_5)

stage1
Questo è un file essenziale per poter effettuare il boot con GRUB. Tipicamente si trova nel MBR o nel boot sector di una partizione. Poiché un boot sector è grande 512 byte, la dimensione di tale file è esattamente 512 byte. Tutto ciò che fa stage1 è di caricare il file stage2 o lo specifico file *stage1_5 dal disco (stage1 non gestisce nessun tipo di filesystem).

stage2 .

Questo è il nucleo di GRUB. Generalmente risiede su un filesystem, ma ciò non è necessario.
stage1_5
Questa famiglia di file ha lo scopo di collegare il file stage1 al file stage2. Cioè un ipotetico file che contenga nel proprio nome stage1_5 significa che quest’ultimo è caricato da stage1 e, a sua volta, caricherà stage2. Lo specifico stage1_5 rende GRUB capace di gestire un determinato filesystem. In questo modo, si può spostare il file stage2 in una posizione diversa sul filesystem senza dover necessariamente reinstallare GRUB.

Il processo di avvio può essere così riassunto:
1) Il BIOS cerca le periferiche avviabili e dà il controllo al settore di avvio (MBR) del floppy[2] o dell’hard disk.

2) Il Master Boot Record può caricare lo stage 1.5 (risiede nei 30 kB successivi all’MBR) che a sua volta caricherà lo stage 2 oppure caricare direttamente lo stage 2, collocato in qualsiasi punto del disco.

3) Lo stage 2 contiene il menu di avvio con la lista dei kernel avviabili.

4) GRUB carica il kernel selezionato nella memoria e lo esegue.

Versioni
Una prima versione del software, prima chiamata GRUB e poi rinominata GRUB Legacy, è stata sviluppata fino alle versioni 0.9x. Sulla distribuzione Ubuntu, per esempio, l’ultima versione legacy inclusa è stata la 0.9.10.

L’attuale GRUB 2 non costituisce un mero aggiornamento della precedente versione, perché nasce da una completa riscrittura con il fine di semplificare il codice del precedente e aumentare modularità e portabilità. Il software nasce con il progetto PUPA, volto appunto alla ricerca sulle evoluzioni di GRUB. Tra le caratteristiche più interessanti della versione 2 spiccano: il supporto per lo scripting; il caricamento dinamico di moduli, per estendere le funzionalità in run-time piuttosto che in compile-time; un supporto grafico particolarmente avanzato per un boot loader, che supporta VGA, VESA framebuffer, font e anche un terminale grafico (gfxterm).

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