Storia del DOS

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ll DOS (Disk Operating System), nelle sue varie incarnazioni, è stato il sistema operativo di “massa” degli anni ’80 e dei primi anni ’90, direttamente legato allo sviluppo dei PC IBM (cloni). Lo sviluppo del DOS inizia nell’ottobre 1980 quando IBM effettua una ricerca di mercato per un sistema operativo da pre-installare sul nascituro Personal Computer. Big Blue propende inizialmente per il CP/M della Digital Research (DR) già presente su un numero impressionante di calcolatori eterogenei dell’epoca.

In realtà la trattativa con DR si rileva decisamente complessa e si protrae per un periodo di tempo eccessivamente lungo, almeno per quelli che sono i piani del gigante dell’hardware. Le fonti più attendibili raccontano che Dorothy McEwen (moglie di Kildall e co-fondatrice della società) coadiuvata da un avvocato CEO di Digital Research, abbia respinto con fermezza la proposta di IBM, soprattutto rispetto alla richiesta di segretezza dell’operazione, di modifica del CP/M e del tentativo di acquisto di tutti i diritti relativi. Inoltre il costo richiesto per ogni copia pre-installata (circa 250 dollari) viene ritenuto eccessivo da BigBlue. Altri sostengono invece che, nonostante l’accordo fra Digital Research e IBM fosse già stato definito, così come il costo di installazione del sistema operativo, l’operazione non andò in porto per cavilli minori.

L’assenza di Kildall al tavolo delle trattative non è stato mai spiegata ufficialmente, tanto da far nascere l’aneddoto secondo cui il CEO di DR Inc. avrebbe disertato l’incontro decisivo per occuparsi del suo hobby preferito: il volo.

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La licenza d’uso del CP/M con la firma di Kildall 

Fatto sta che IBM intraprende una strada parallela, anche se, ufficialmente, non interrompe le trattative con Kildall. Così i vertici della società si rivolgono alla Microsoft, con cui erano già in atto accordi relativamente all’utilizzo del Basic, chiedendole di realizzare il sistema operativo per il nuovo PC. Tra l’altro, fonti mai confermate, affermano che era stato lo stesso Gates a consigliare ad IBM di rivolgersi alla Digital Research per una versione x86 del CP/M.

Il futuro re del software non si fa di certo sfuggire l’occasione e promette a Big Blue di presentargli velocemente una demo del proprio Disk Operating System per il nuovo Personal Computer, garantendo un prezzo modico per la licenza d’uso e strappando il diritto di poter vendere in proprio il nuovo OS. Quest’ultimo punto è stato fondamentale per la strategia di Microsoft: fino ad allora il software era considerato un accessorio dell’hardware e nessuno si sognava di investire somme ingenti in tale settore, ne tanto meno di pensare ad un modello di business basato su di esso.

La realtà dei fatti era, però, che Microsoft non aveva nessun sistema operativo per l’architettura 8086, anzi, se si esclude il BASIC, l’unico sistema operativo era XENIX, pensato per calcolatori completamente diversi e per un’utenza professionale.

A questo punto entra in scena il socio di Gates, Paul Allen. Allen conosceva una piccola società di nome Seattle Computer Products (SCP)una piccola società costituita da giovani appassionati di microcalcolatori che aveva sviluppato un embrione di sistema operativo per i suoi nuovi sistemi personal basati sull’hardware kit 8086 di Intel. La società aveva deciso di intraprendere questa strada l’anno precedente (1979) sulla scia della riluttanza di Digital Research di rilasciare in tempi ragionevoli una release del CP/M per la nuova piattaforma Intel.

Il Q-DOS è progettato e realizzato dal 22enne Tim Paterson che prende a modello il CP/M, implementado le stesse API di sistema e diverse funzionalità di base. Il nome iniziale dell’OS deriva dal fatto che il sistema fu scritto rapidamente e con “codice sporco” nel giro di soli 2 mesi e, una volta terminato, assume il nome ufficiale di 86-DOS e poi SCP-DOS.

Paterson decide di distinguere il proprio OS da quello DRI in alcuni aspetti particolari.

Tra questi il più rilevante è la gestione della cache del disco in memoria che, nel caso del CP/M, obbligava l’utente ad effettuare manualmente la sincronizzazione dei dati tra disco e cache, pena il ritrovarsi file completamente corrotti. Paterson sceglie invece la strada più lenta, ma sicura, di sincronizzare automaticamente i dati ad ogni modifica.

Un’altra differenza significativa si riscontra nella gestione delle periferiche: il CP/M originale, attraverso il comando PIP, gestiva una serie di file speciali per reindirizzare le operazioni su stampanti e porte di comunicazione. Nel Q-DOS tali file divengono i device files, gestibili da qualsiasi programma e non solo dal PIP. Inoltre la funzione di copia dei file gestiti dallo stesso comando viene delegata al più intuitivo Copy. Ultima sostanziale differenza è l’adozione del file system FAT, scelto più che altro per garantire la compatibilità con le precedenti soluzioni di SCP.

Le trattative tra SCP e Microsoft procedono agevolmente e Gates strappa un accordo di acquisizione per la licenza e la commercializzazione dell’86-DOS, nascondendo il fine ultimo, ovvero quello di fornire un OS ad IBM per il nuovo Personal Computer.

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