Storia della Sinclair

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La realizzazione di prodotti innovativi per ciò che riguarda capacità tecnica, design e presentazione pubblicitaria è una caratteristica distintiva dell’impegno di Sinclair nell’elettronica, già molti anni prima dell’arrivo dei computer.

Sinclair Radionics, la società in cui Clive Sinclair si fa le ossa assieme a Jim Westwood dall’inizio degli Anni 60 è una fucina di prodotti innovativi, gran parte dei quali sono circuiti in kit destinati agli sperimentatori dell’elettronica: radioamatori, audiofili e studenti. Appassionati che hanno come punto di riferimento la stampa periodica specializzata (che pubblica progetti e realizzazioni fai-da-te) e che realizza in proprio le applicazioni dell’elettronica a partire da componenti acquistati in negozi specializzati o direttamente dal fornitore. Sinclair Radionics vende per questa via radioline in miniatura, componenti audio in kit cavalcando l’interesse montante in quegli anni per l’hi-fi e lo sviluppo della stereofonia.

Tra i prodotti più significativi realizzati intorno alla metà degli Anni 60 c’è un amplificatore audio in classe D, che mette in pratica una tecnica sperimentale nelle applicazioni hi-fi alternativa ai tradizionali schemi operanti nelle classi A e A/B. L’arrivo dei circuiti integrati dà a Sinclair nuove possibilità d’investire nella miniaturizzazione e proporre agli sperimentatori dell’elettronica prodotti più semplici da realizzare. Con il costruttore di semiconduttori Plessey, Sinclair realizza nel 1968 un circuito integrato (con 13 transistors all’interno del chip) con funzione di amplificatore audio della potenza di alcuni Watt, che viene commercializzato con il nome di IC-10. Nella prima metà degli Anni 70, Sinclair realizza una rivoluzionaria linea di componenti modulari hi-fi con un design fortemente innovativo: Project 80.

Negli Anni ’70 Sinclair inizia a lavorare con l’elettronica digitale e realizza la prima calcolatrice portatile ultrasottile (Executive, 1972). Mentre la gran parte delle calcolatrici sul mercato necessita ancora di ingombranti batterie per avere un’autonomia accettabile, Sinclair offre un prodotto incredibilmente leggero e compatto che funziona per molte ore con tre piccole pile a bottone. Una scoperta sperimentale – il fatto che alcuni chip in tecnologia MOS possano tollerare rapide interruzioni dell’alimentazione senza perdere i dati – suggerisce a Sinclair un inedito circuito d’alimentazione che applica la corrente a intervalli brevissimi. Sfruttando questa modalità di funzionamento non prevista dai costruttori dei chip, Sinclair riesce a ridurre del 90% l’assorbimento di corrente della propria calcolatrice.

I prodotti Sinclair sono proposti sul mercato facendo leva sulla capacità (talvolta soltanto pretesa) di offrire elevate funzionalità a basso costo mediante l’impiego di soluzioni innovative. Non sempre però le promesse della pubblicità si riflettono sulle capacità dei prodotti, che troppo spesso denunciano problemi di qualità. Da parte dei progettisti c’è una eccessiva dimestichezza a usare in modo non convenzionale, o ai limiti delle caratteristiche, i componenti elettronici con ovvie ripercussioni sull’affidabilità. Una fonte riporta il caso di un incidente diplomatico sfiorato quando le batterie di una calcolatrice Sinclair, inavvertitamente lasciata accesa, esplodono nelle tasche di un diplomatico sovietico in visita nel Regno Unito. Intorno alla metà degli Anni 70 Sinclair mette in vendita il kit di un orologio a LED (Black Watch) e di una calcolatrice da polso che sono quasi impossibili da realizzare e da usare. La pubblicità dell’azienda viene giudicata ingannevole da un editore e censurata. Tra i prodotti Sinclair non mancano comunque cose davvero significative come, per esempio, gli strumenti di misura digitali da banco e portatili oltre ovviamente ai computer.

L’impegno di Sinclair nei computer inizia nel ’78 con l’MK-14: una scheda a microprocessore commercializzata con il marchio Cambridge Computers (azienda creata da Clive Sinclair dopo la sua uscita da Sinclair Radionics in seguito a vicissitudini di carattere finanziario). Adatta alle applicazioni didattiche, MK-14 è progettata da Chris Curry che successivamente si unisce a Herman Hauser fondatore di Acorn Computers. La scheda è programmabile in linguaggio macchina attraverso una tastiera esadecimale, ha un display numerico a LED da otto caratteri e un semplice programma monitor in ROM. Il processore usato è l’SC/MP di National Semiconductors: un chip a basso costo che trova applicazioni nei controller industriali e nell’elettronica dei videoregistratori.

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MK-14

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MK-14 è solo un esperimento. Il convinto impegno nei computer nasce con lo ZX-80 e la creazione della società Sinclair Computers. ZX-80 è un sistema progettato per utilizzare il minor numero di parti possibile e per ridurre al minimo i costi. Più importante della funzionalità è infatti la semplicità di montaggio: il computer deve poter essere costruito con successo dal maggior numero possibile di appassionati, non necessariamente esperti nell’uso del saldatore. Secondo alcune fonti, il disegno architetturale dello ZX-80, che è realizzato da Jim Westwood, si rifà a un circuito già noto agli sperimentatori dell’elettronica con il nome di TV Typewriter: un’applicazione a microprocessore pubblicata nel ’73 da Don Lancaster sulla rivista Radio Electronics.

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TV Typewriter

Nei computer ZX80/81 è innovativa l’idea di sincronizzare i programmi con le frequenze di quadro televisive. In questo modo la CPU può occuparsi, nei tempi morti, della visualizzazione sullo schermo facendo a meno dei componenti dedicati. Un’altra idea è includere nella ROM anche il firmware che serve per far funzionare le periferiche opzionali. Grazie a questo espediente la stampante Sinclair non aveva bisogno di alcun controller e poteva essere offerta ad un prezzo più competitivo. Solo un ritardo nello sviluppo dello Spectrum ha impedito a Sinclair di utilizzare la stessa strategia per il supporto del microdrive. Il microdrive è esso stesso un esperimento davvero unico di memoria di massa con accesso casuale senza dischi, ma con una cartuccia di un nastro senza fine. Molta originalità si esprime nel lontano ’84 con l’idea di abbinare il computer QL con una suite di programmi. Guarda caso un foglio elettronico, un word processor, un database e un tool di business graphic (categoria di software che per tutti gli Anni 80 vivrà di vita propria prima di finire annegata nei fogli elettronici). Innovativi sono anche la piccola televisione tascabile FTV dotata di tubo catodico a proiezione laterale e di pile piatte al litio (un brevetto Polaroid) oltre allo sfortunato mini-veicolo ad alimentazione elettrica C5.

Tutti gli uomini di Sinclair Research:

Clive Sinclair. Fondatore di Sinclair Radionics, di Science of Cambridge, Sinclair Computers (diventata dall’81 Sinclair Research) e Cambridge Computer. Con doti d’inventore e grande intuizione per i prodotti di elettronica di consumo, progetta negli Anni ’60-70 radio tascabili, amplificatori, orologi al quarzo, calcolatrici, tv portatili e strumenti di misura digitali. Dall’impegno nello sviluppo degli home computer, passa con minori fortune a quello nella TV flat screen e dei mezzi di trasporto elettrici.

Jim Westwood. Già impegnato con Sinclair nelle attività dell’elettronica è il progettista dell’architettura hardware dello ZX-80, in seguito potenziata nello ZX-81. Come responsabile della progettazione di Sinclair Research è impegnato dall’81 nei progetti per la TV flat panel, in cui la società ha investito 5 milioni di sterline. Nel 1988 firma per Cambridge Computer il progetto dell’innovativo portatile ZX-88.

John Grant. Consulente di Sinclair con la sua società Nine Tiles è l’autore del software dello ZX-80. Nel progetto dello ZX-81 Grant si dedica al firmware, lasciando a Steven Vickers lo sviluppo del nuovo Basic. E’ sua l’idea dell’editor di linea che nella serie ZX consente d’inserire solo linee di codice sintatticamente corrette.

Steven Vickers. Nella società Nine Tiles dal gennaio ’80 lavora allo sviluppo del nuovo Basic in virgola mobile dello ZX-81 ed è l’autore del primo manuale dello stesso computer. In seguito cura l’estensione del Basic per lo Spectrum. Assieme ad Altwasser lascia Sinclair per creare Rainbow, editore di libri informatici, e poi Cantab, società che produce Juppiter ACE: un computer a metà strada tra lo Spectrum e lo ZX-80, ma con il veloce linguaggio Forth al posto del Basic. Oggi è professore di matematica, autore di numerose pubblicazioni.

Richard Altwasser. E’ il progettista dell’architettura hardware dello Spectrum. Assieme a Vickers lascia Sinclair per creare Cantab, che produce Juppiter ACE. In seguito ritorna a occuparsi di Spectrum nel 1986, nel ruolo di responsabile dell’hardware di Amstrad.

Rick Dickinson. E’ il responsabile per il design interno ed esterno di tutti i prodotti Sinclair, a cominciare dallo ZX-80. A Dickinson, Sinclair deve gran parte della suggestione creata dall’aspetto dei prodotti.

Hugo Davenport. Autore del manuale e del corso di progammazione Basic dello ZX-80. In seguito diventa direttore della ricerca di Sinclair.

Nigel Searle. Responsabile della divisione computer di Sinclair, dall’82 diviene managing director dell’Advanced Products Division che ha in carico lo sviluppo dei nuovi prodotti. In una società di tecnici è il manager che si occupa di espandere il business sui mercati USA e internazionali.

David Karlin. In Sinclair dall’estate 82, dopo aver lavorato nei laboratori Fairchild in California, è tra i responsabili della progettazione dell’hardware dello sfortunato Sinclair QL.

Altri nomi significativi per l’evoluzione della piattaforma Spectrum sono: Ben Cheese, responsabile per la progettazione dell’hardware dello Spectrum 128; Kevin Males, autore dell’interprete dei comandi audio dello Spectrum 128. Martin Brennan, con Steve Berry e Andrew Cummins è autore dell’editor del Sinclair 128. Nel periodo Amstrad: Rupert Goodwins (autore dell’aggiornamento al manuale dello Spectrum +2) e Cliff Lawson (autore del DOS per lo Spectrum 128 che aggiunge il supporto per i floppy disk da 3″).

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