TIBCO Cap 3 – Caratteristiche

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TIBCO ActiveMatrix BusinessWorks fornisce un framework flessibile che consente di ridimensionare l’ambiente di runtime secondo necessità.

Il runtime offre anche un’opzione per eseguire il motore ActiveMatrix BusinessWorks in modo da ridurre il rischio di un singolo punto di errore durante l’esecuzione di un’applicazione.

Il motore è responsabile dell’esecuzione delle applicazioni.

Di seguito sono riportati i Componenti Amministrativi Chiave:

1 Un Archivio Applicazioni è l’unità di distribuzione per un’applicazione generata in TIBCO Business Studio.

2 Un Dominio è un gruppo logico che fornisce un ambiente isolato per le Applicazioni e le loro risorse per risiedere.

3 Un AppSpace è un gruppo di uno o più AppNode, che sono entità di runtime che ospitano Applicazioni ActiveMatrix BusinessWorks.

– Gli AppSpace sono contenuti in un Dominio.

– Una o più applicazioni possono essere distribuite in un AppSpace.

4 Un AppNode è un’entità runtime che ospita Applicazioni

5 AppNodes sono contenuti in un AppSpace.

Gli Appspace raggruppano uno o piu’ AppNode che ospitano Applicazioni. AppNodes sono contenuti in un AppSpace. Gli Appspace sono contenuti in un Dominio

Bwagent è un processo daemon ( disk and execution monitor”) che viene eseguito su ogni installazione di ActiveMatrix BusinessWorks.

Premessa:

In informatica, nei sistemi Unix, e più in generale nei sistemi operativi multitasking, un demone (daemon in inglese) è un programma eseguito in background, cioè senza che sia sotto il controllo diretto dell’utente, tipicamente fornendo un servizio all’utente.

Di solito i demoni hanno nomi che finiscono per “d”: per esempio, syslogd è il demone che gestisce i log di sistema, dhcpd è il demone che assegna l’indirizzo IP in maniera dinamica tramite DHCPhttpd è il demone che fa girare il servizio HTTP ecc…

In senso strettamente tecnico, i sistemi Unix considerano come demone qualsiasi processo che abbia init come processo padre e che non abbia più alcun terminale controllante (cioè un terminale che gli possa inviare direttamente dei segnali).

Poiché init adotta i processi orfani, il metodo comunemente usato dai programmi per rendersi demoni è quello di invocare la chiamata di sistema fork per creare un processo figlio che sia un loro duplicato e poi terminare, mentre il figlio, rimasto orfano (e quindi adottato da init), continua normalmente l’esecuzione chiudendo i canali standard, invocando la chiamata di sistema setsid per disconnettersi da ogni terminale controllante e cambiando la directory corrente a / in modo da non tenere inutilmente occupati dei file system (cosa che impedirebbe di smontarli).

Questo idioma di programmazione è talvolta descritto con l’espressione inglese «fork off and die» letteralmente “Biforcarsi e terminare”.

Spesso i demoni vengono avviati al boot del sistema: in generale hanno la funzione di rispondere a determinate richieste, che siano di rete, hardware, ecc.

Ad esempio, alcuni usi dei demoni possono essere la configurazione delle periferiche, (come DEVFS nei sistemi Linux), eseguire dei compiti impostati a determinati intervalli (come cron), gestire il suono (come aRts e esd), gestione del controllo versione (come CVS o subversion) e una vasta varietà di altri compiti.

In generale dunque essi offrono all’utente eall’amministratore 

determinati servizi.

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